TELEFONO E INTERNET, IL CAMBIO NON SI PAGA. BASTA CON I COSTI DI DISATTIVAZIONE: SONO IRREGOLARI
Dovrebbe essere ovvio, lo prevede la legge. Invece è stata necessaria una sentenza del Tribunale di Taranto per far valere il sacrosanto diritto di un consumatore: la disattivazione di un servizio di telefonia o internet deve essere gratuita. Niente spese ulteriori: si stacca e si cambia gestore. E basta. Le compagnie non possono chiedere niente. Invece succede che alcune impongano fino a 70 euro di costi, divisi tra “migrazione verso altro operatore” (35 euro o più) e ulteriori esborsi (fra i 30 e i 40 euro, Iva compresa) per un presunto “contributo vendita apparato”. Insomma: il consumatore cambia, è un suo diritto, e secondo le compagnie deve pagare i balzelli. Una pratica scorretta, quei soldi non sono dovuti perché richiesti nascondendosi dietro un escamotage. Lo dicono anche i giudici, adesso. Non solo: il Tribunale ha riconosciuto anche un euro di indennizzo per ogni giorno trascorso – senza ricevere risposte – da quando è stato presentato formale reclamo.
La sentenza è la numero 2707 del 28 settembre 2016.
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